“La forza della continuità”. Mi è venuta in mente questa frase mentre mi guardavo intorno dal palco del Teatro Ramarini. Seduto, tra il pubblico, c’era Carlo Lucherini. In piedi, a parlare del suo lavoro come Assessore alla mobilità, trasporti e lavori pubblici della Regione Lazio, c’era Mauro Alessandri. Due sindaci che, in modi diversi, hanno segnato un’epoca a Monterotondo, sempre sotto la bandiera del centrosinistra. E poi c’ero io che, umilmente, ho raccolto il loro testimone.
Per questo mi sono emozionato. In una sala piena di gente, ad ascoltare il candidato del Pd alla presidenza della Regione Lazio, Alessio D’Amato, c’erano tre generazioni di primi cittadini ognuno dei quali ha reso questa città migliore, lasciando in eredità al proprio successore progetti da portare avanti. Sì perché alcune cose, purtroppo, non si fanno dall’oggi al domani. Ci vogliono anni, forse decenni. Per questo, mentre ascoltavo Mauro raccontare dei risultati raggiunti durante il suo assessorato, ho pensato alla forza della continuità.
A tal proposito, è stato citato l’ex palazzo dell’Asl, nel Centro Storico di Monterotondo. Sin da quando ero giovane e muovevo i primi passi in politica, sentivo parlare di questo edificio, del fatto che andavano rifatte le facciate esterne per renderlo più bello e in sintonia con il nostro splendido Borgo. Poi si discuteva anche sul cosa fare dentro quello stabile. Non si tratta di scelte che, come qualcuno vorrebbe far credere, si possono prendere in un’ora. Ogni lavoro, ogni novità, ogni infrastruttura va pensata e ragionata, per capire quali sono i benefici e le ripercussioni che potrà avere sul territorio. Oggi, che sono sindaco di questa splendida città e non più un ragazzo, mi trovo a seguire i lavori di realizzazione di una nuova sede della Guardia di Finanza. Da un’idea nata più di 30 anni fa tocca a me, oggi, raccogliere il testimone e portare il progetto fino al traguardo.
Lo stesso discorso lo si può applicare ad Alessio D’Amato ed alla Regione Lazio. 10 anni fa, quando vinse per la prima volta Nicola Zingaretti, la Pisana era letteralmente allo sbando. Bilanci sconquassati, commissariamenti, sanità al collasso e trasporti disastrati, tanto che era divenuto quasi abituale che i pendolari occupassero le stazioni per protestare contro i disservizi. Grazie alla programmazione, alla bravura delle persone scelte e all’aver avuto 10 anni di tempo, la prima e la seconda giunta Zingaretti sono state in grado di far tornare il Lazio protagonista. Anche in questo caso la continuità di intenti, idee e progetti, alla lunga ha fatto la differenza.
Per questo motivo dobbiamo impegnarci affinché Alessio D’Amato diventi presidente del Lazio. Basta guardare quanto, grazie alla Regione, è stato fatto a Monterotondo. Non voglio fare un elenco di tutti i progetti realizzati ed altri che verranno avviati grazie all’interlocuzione avuta con Mauro Alessandri e con tutta la Giunta Zingaretti. Un lavoro certosino che non possiamo permettere che venga vanificato.
Con Alessio D’Amato abbiamo l’occasione di far continuare il percorso di rinascita e rigenerazione del Lazio, una regione che può diventare la locomotiva sociale, industriale, economica e culturale d’Italia.
Con Mauro Alessandri, amico fraterno con il quale ho iniziato la mia avventura politica, abbiamo l’opportunità di continuare a far crescere Monterotondo. I risultati del suo lavoro per il nostro territorio sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Non possiamo permettere che questo bagaglio di competenza e serietà venga dissipato.
Per questo dobbiamo dare continuità al lavoro svolto in questi anni, senza mai dimenticare da dove siamo partiti appena dieci anni fa.